Fondazione Provinciale della Comunità Comasca

Circolo Arci Xanadù aps

Agli inizi del 2007 il cinema Gloria riapre ad opera del neo costituito CIRCOLO ARCI XANADU' con un progetto che i promotori definiscono di cinema post cinema. Il cinema è in crisi perchè gli spettatori diminuiscono costantemente, perchè il mercato è orientato al
business in un circuito distribuzione-multisala chiuso su se stesso e fortemente penalizzante per le produzioni di qualità, perché le nuove tecnologie e la rete offrono facile accesso alla visione dei film da casa.
 
In questa situazione sembrano poter sopravvivere solo i multisala (e nemmeno tutti), e il destino delle mono sala sembra segnato, perlomeno nei piccoli centri. D’altro canto, in un tale contesto,il progetto cinema post cinema può rispondere a molteplici obiettivi: garantire la funzionalità massima degli spazi, offrire variegate proposte e opportunità di svago e cultura, riportare le persone in luoghi di cultura.
 
L'intento dei promotori è quindi quello di creare un luogo polifunzionale in cui il cinema di qualità possa convivere con la musica, il teatro, dar spazio ad incontri sia letterari che su temi sociali, fungendo al tempo stesso come luogo di fruizione e produzione di cultura.
Oltre a riproporre il ruolo di cinema “storico” che il Gloria aveva ricoperto fino alla sua chiusura, il circolo Arci Xanadù apre uno spazio per il territorio, dalla vocazione multifunzionale e polivalente, rispondendo alla mancanza in città di un luogo di fruizione e condivisione di cultura, dal cinema alla musica, al teatro.
 
Così il cinema Gloria diventa SPAZIO GLORIA cioè uno spazio polifunzionale, un luogo di fruizione di eventi artistici, ma anche laboratorio di progetti ed esperienze artistico-culturali, luogo di incontro e socialità, nonché spazio disponibile anche per associazioni, scuole, comunità di immigrati e istituzioni, ovvero di tutte quelle realtà del territorio che necessitano di spazi per proprie iniziative, risolvendo così un problema annoso per la città di Como.
 
Un'esperienza ormai consolidata che prosegue da 14 anni e che oggi è chiamata ad una nuova sfida: l’acquisto collettivo della struttura per scongiurarne la vendita per altri progetti immobiliari che toglierebbero alla città uno dei suoi pochi polmoni culturali.

Progetti realizzati dall’ente

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