Il Tesoro del Duomo è in fase di avanzata progettazione. Sarà ospitato proprio di fianco alla Cattedrale, là dove per secoli fu attiva la Fabbrica del Duomo, nell’edificio porticato di via Maestri Comacini. Dal primo piano superiore i visitatori potranno meglio apprezzare la vista del fianco del Duomo e vi sarà allestito un apparato didascalico che consentirà di conoscere la storia architettonica di questo straordinario monumento, valutare la continuità tra la progettazione antica e la sua realizzazione, cogliere i passaggi stilistici dal gotico delle navate, al rinascimento delle absidi, al barocco della cupola, e i segreti della armonica unità dell’insieme. Sarà un percorso affascinante di completamento o di premessa alla visita al Duomo. Ci sarà la sezione tipica di ogni Tesoro, con i manufatti preziosi, che sarà prevalentemente concentrata al piano terreno e avrà nell’Urna Volpi il suo perno d’interesse.
Il fascino delle oreficerie preziose e delle stoffe attrarrà il turista, ma la “missione” del Tesoro sarà quella di saldare strettamente la qualità degli oggetti d’arte con il loro significato religioso, nella loro dimensione e profondità storica, tornando a far parlare immagini che hanno sollecitato la sensibilità e la fede dei nostri padri. Di molti vescovi si conservano paramenti e insegne, che non faranno dimenticare al visitatore il senso della Cattedrale come sede del magistero episcopale, percorrendo fasi diverse del gusto estetico, impresse nelle mitre, negli anelli, nei pastorali, nelle insegne dipinte che accolsero i presuli al loro ingresso in città: una pianeta del vescovo Archinti, il paliotto Volpi, il parato e la cattedra Ciceri, per limitarci ai più antichi.
C’è la volontà di dedicare una sala ai cimeli del papa comasco Innocenzo XI, trasferendola nel Tesoro dalla attuale sede nel palazzo vescovile: sarà l’occasione per valorizzare abiti e reliquie dell’Odescalchi, garantendone una pubblica fruizione, che non farà male alla memoria. Lo spazio più ampio al piano superiore sarà dedicato a quel che resta della quadreria Gallio: vi troveranno spazio i quadri d’autore (Morazzone, Abbiati, Recchi; la copia del San Sebastiano di Caravaggio; alcuni Bustino), oggi poco leggibili e pressoché negati alla pubblica visione perché appesi sulle pareti altissime della Sacrestia dei Mansionari, o nelle sale e negli uffici del Palazzo vescovile. La collezione fu iniziata nel primo Seicento con l’abate Marco Gallio, di cui si conserva, nella stessa quadreria, il ritratto attribuito al Bustino. Più di un quadro contiene riferimenti iconografici precisi all’architettura del Duomo di Como: avrà perciò un significato mirato la collocazione di questi dipinti in continuità con lo spazio sopra il porticato parallelo al fianco del Duomo, dove s’intende valorizzare la dimensione architettonica e scultorea della Cattedrale.