Atterrato all’aeroporto internazionale di Dublino nella tarda sera di domenica, non mi accoglie solo la sottile nebbia misteriosa e avvolgente degna di un romanzo di James Joyce ma anche Vernon Ringland, fondatore del network YouthBank International e della prima YouthBank del vecchio continente.
I suoi centonovanta centimetri, addobbati con un cappello e un paio di scarpe da cowboy da far invidia alla migliore tradizione spaghetti western, mi lasciano a metà strada tra la curiosità e la perplessità.
Col suo forte accento nordirlandese, che mi costringere a chiedere più volte di ripetere ciò che ha da dire, mi racconta come è nata l’idea di creare una banca dei giovani per i giovani. “Lavoravo per la Fondazione di Comunità dell’Irlanda del Nord, erano gli anni degli attentati degli indipendentisti cattolici nordirlandesi dell’IRA, ricordati oramai più per la canzone degli U2 “Sunday bloody sunday” che non per memoria storica”, sottolinea con grande ilarità. Poi continua, “partecipai ad una conferenza a Londra in cui si parlava di progetti per sviluppare le capacità dei ragazzi e si accennò all’interessante progetto di alcune fondazioni di comunità americane, le quali stavano tentando di rendere i ragazzi responsabili nella gestione del denaro e, allo stesso tempo, di avvicinarli alla filantropia comunitaria”.
La decisione definitiva di dare alla luce il progetto avvenne esattamente 22 anni fa, quando il Consiglio di amministrazione della Fondazione di comunità dell’Irlanda del Nord sancì la nascita della prima YouthBank europea. Vernon allora faceva parte dello Youth Council of Northern Irland, un’istituzione che si occupa di sviluppare le politiche giovanili nella piccola repubblica nordirlandese, e notò la necessità di rafforzare i legami relazionali e il senso di comunità, che erano messi a dura prova nelle nuove generazioni dai continui attentati e dalla tensione sociale. Inoltre il 1993 fu un anno particolarmente infelice a causa di un’intensificazione degli atti terroristici rivendicati dall’IRA e culminati con gli attentati compiuti durante i campionati europei di calcio dell’anno successivo. Vernon pensò dunque al possibile utilizzo della YouthBank per mostrare ai ragazzi protestanti e cattolici che in fin dei conti erano parte della stessa comunità e che promuovere il bene comune significasse prima di tutto accettare la diversità e renderla una possibilità di crescita per l’intera società. Poi Vernon, sfruttando la sua eccezionale capacità comunicativa, continuò: “la nostra YouthBank ebbe talmente successo che si moltiplicarono le esperienze in entrambe le isole britanniche. Qualche anno dopo mi contattarono diverse fondazioni di comunità dei Balcani occidentali e anch’essi iniziarono a sviluppare progetti simili a quelli già implementati da noi. Successivamente, forte del successo che ebbe il progetto, decisi di creare un’infrastruttura che favorisse lo sviluppo di diverse YouthBank nel mondo”. L’idea di creare YouthBank international venne a Vernon all’aeroporto di Chicago, mentre passava la notte in compagnia dei coordinatori delle YouthBank bosniache e irlandesi ed ora il network internazionale comprende 28 realtà, dal Kyrgistan al Ghana, dalla Russia al Sud Africa, con una stessa idea: credere in un domani migliore per le nostre comunità, valorizzando il talento e le capacità dei ragazzi di oggi.