Mercoledì scorso, 17 febbraio 2016, si è tenuta presso la sede della Fondazione Comasca la riunione plenaria volta a lanciare la fase operativa del progetto “Non uno di meno”.
Il progetto “Non uno di meno”, così come è stato ricordato dal presidente della Fondazione Comasca Giacomo Castiglioni durante la sua introduzione, è un’ampia iniziativa volta a ridurre in modo consistente la dispersione scolastica nella provincia di Como, creando una comunità che si prenda cura dei propri figli dalla culla alla carriera. Il progetto intende utilizzare un approccio sperimentale caratterizzato dalla fondamentale capacità di valutare quantitativamente e qualitativamente l’efficacia delle azioni intraprese tramite la creazione di un sistema integrato di raccolta dati.
Dopo un lungo periodo di riflessione e progettazione, che in due anni ha coinvolto più di 200 tra persone fisiche, enti non profit e imprese, finalmente parte la fase operativa del progetto, che si svilupperà in un triennio.
Il progetto si articola nelle seguenti azioni:
- Prima infanzia (relazione a cura di Roberta Marzorati)Si metteranno a disposizione 145.000 euro per lavorare sullo sviluppo delle competenze della genitorialità, rinforzando l’alleanza tra i genitori e tra i genitori e il territorio. Tre sono le linee di intervento:- coinvolgere e sensibilizzare i neogenitori (bacheca, social network, incontri in ospedali)
– creare le condizioni per garantire la sostenibilità del progetto grazie all’aiuto di un community raiser
– attivare i genitori in maniera diretta attraverso processi di coprogettazione degli stessi
- Scuole Aperte (relazione di Michela Prest)Si mettono a disposizione 240.000 euro con l’obiettivo di far diventare la scuola il centro della comunità, trasformando gli Istituti comprensivi in scuole a tempo pieno in grado di offrire, grazie al coinvolgimento dei genitori e all’integrazione con le attività che già sono presenti nel territorio, opportunità formative che arricchiscano e completino l’offerta didattica già presente. La sostenibilità sarà garantita grazie all’inserimento di un community raiser che operi nella scuola.
- Biennio superiori(relazione di Bruno Saladino)Si concentra sulla valorizzazione delle potenzialità dei singoli ragazzi e del gruppo dei pari, attivando processi di inclusione e protagonismo giovanile durante i primi due anni di scuola superiore. Sono stati messi a disposizione dell’iniziativa ben 400.000 euro e sono richieste due figure professionali: un community raiser ed un educatore-coach.
- YouthBank (relazione di Alessio Sala Tenna)Si vuole rendere i giovani protagonisti e responsabili nella gestione di risorse economiche, che ammontano a 210.000 euro, messe a disposizione dalla Fondazione e destinate a coetanei che vogliano realizzare un progetto di utilità sociale per la propria comunità. Quest’anno sono attive quattro YouthBank (Como, Cantù, Olgiate e Tremezzo) per raggiungere più ragazzi nella provincia.
- Analisi dei dati (relazione di Armando Sommariva)Partendo dai dati dei singoli Istituti scolastici, si intende arrivare ad una valutazione scientifica dell’entità del fenomeno della dispersione che permetta di definire predittori, indicatori, ed una valutazione dell’efficacia delle attività svolte in ognuna delle azioni. Le scuole dovranno perciò condividere i propri dati con un’università che si occuperà dell’analisi e della ricerca, usufruendo del contributo di 160.000 euro da parte della Fondazione.
- Comunicazione (relazione di Paolo Lipari) Si vuole lavorare, grazie a risorse che ammontano a 85.000 euro, sulla consapevolizzazione della comunità riguardo al tema della dispersione scolastica, sviluppando un linguaggio comune e coinvolgendo e attivando le risorse, sia economiche che umane, del territorio per la prevenzione del fenomeno.
- La struttura operativa (relazione di Bernardino Casadei)
Il progetto parte ad aprile con la fase di formazione e a settembre concretamente con l’implementazione nelle scuole. E’ necessario perciò:
– capire il contributo che ogni persona coinvolta in questi anni può dare al progetto
– coinvolgere e diffondere il più possibile l’iniziativa
– creare una struttura che sia efficiente ed efficace regolando l’accesso ai vari comitati.
In conclusione il prefetto di Como, Bruno Corda, ha portato i suoi saluti e auguri per l’inizio della fase operativa.