La decisione di iniziare un progetto che vuole combattere la dispersione scolastica dando vita ad iniziative specifiche sulla prima infanzia nasce dalla consapevolezza, ormai suffragata da numerosissime analisi scientifiche, di come i primi anni di vita del bambino abbiano conseguenze molto rilevanti sul suo futuro. Tale consapevolezza si rafforza dalla constatazione di come, nel nostro territorio, non si siano sufficientemente diffuse modalità relazionali fra adulti e bambini che permettano di superare le problematiche generate dalla crisi della famiglia tradizionale e l’isolamento in cui i neo genitori si trovano spesso costretti ad operare, con conseguenze molto negative nella loro capacità di gestire le relazioni coi propri figli, in particolar modo per quel che riguarda la dimensione affettiva. Tale inadeguatezza si concretizza nella crescita degli accessi impropri al pronto soccorso pediatrico e ai servizi di neuropsichiatria infantile.
Nello specifico il progetto si concretizzerà nella sperimentazione di due figure professionali: il facilitatore relazionale e il Community-raiser. Le due figure professionali avranno compiti ben distinti, tuttavia sono previsti dei momenti di incontro al fine di monitorare e coordinare il loro lavoro attraverso una equipe tecnica di supporto. Il facilitatore relazionale verrà scelto all’interno delle cooperative partner, le quali si doteranno anche di un Community-raiser. Le attività implementate saranno:
Il facilitatore relazionale dovrà:
- Incontrare e stabilire un contatto diretto e personale con le gestanti, favorendo momenti di incontro informali e destrutturati fra genitori sia per favorire la relazione e il mutuo aiuto, sia per avvicinarli agli specialisti;
- Svolgere una funzione da sportello unico itinerante nei confronti delle famiglie, rendendosi presente in cinque diversi luoghi di aggregazione sociale (spazi gioco, parchi, piscine, asili nido, oratori e ospedali) e rendendosi disponibile a incontrare informalmente singole famiglie che dovessero manifestare particolari esigenze al fine di indirizzarle verso i servizi che meglio rispondono alle loro esigenze;
- Conoscere tutte le strutture e organizzazioni sul territorio che possono assistere i bambini da 0 a 3 anni e le loro famiglie, sotto diversi aspetti (socio-psico-pedagogico, economico, relazionale, ecc). Il facilitatore entrerà in contatto con i diversi soggetti grazie ai tavoli d’area organizzati dagli ambiti territoriali. In questi momenti di incontro potrà relazionarsi con alcune delle istituzioni che svolgono attività riguardanti la fascia di età 0-3 anni e con la rete pediatrica del territorio;
- Mantenere aggiornato un archivio contenente tutte le informazioni raccolte nell’attività di creazione della rete al fine di elaborare una Carta dei servizi, in continua evoluzione, a disposizione del territorio.
Il Community-raiser dovrà:
- Affiancare il Facilitatore relazionale nell’organizzazione di eventi informali di sensibilizzazione, al fine di raccogliere dati personali di potenziali donatori ed, eventualmente, donazioni direttamente;
- Coinvolge la comunità di riferimento, valorizzando le risorse del territorio;
- Ideare e implementare uno specifico piano di raccolta fondi;
- Attivarsi a favore di convenzioni con le realtà che sono interessate a servizi a favore della prima infanzia così da mobilitare ulteriori risorse a favore del progetto.